Vitamina D. L’80 % degli italiani presenta carenza. Questo dato risulta preoccupante perché numerose ricerche dimostrano la sua importanza non solo per le malattie ossee, ma anche per quelle immunitarie e cardiovascolari.
A cura di Chiara Volpe
Come viene prodotta la vitamina D?
Una buona percentuale di vitamina D viene sintetizzata attraverso la pelle con l’esposizione ai raggi solari. La restante percentuale viene prodotta con l’introduzione degli alimenti. L’esposizione al sole per circa 20-30 minuti senza protezione solare e senza vestiti, è in grado di produrre grandi quantitativi (10 000 unità); è bene non eccedere quell’intervallo di tempo poichè il sole distrugge la vitamina D in eccesso. Tuttavia, da ottobre ad aprile, le irradiazione alle nostre latitudini non sono sufficienti per una sintesi adeguata di vitamina D. Proprio per questo è necessario che nei mesi freddi venga seguita una dieta ricca di alimenti che contengono vitamina D.
Quali sono le funzioni nell’organismo?
Tramite il controllo delle concentrazioni di calcio e fosforo nel sangue, la vitamina D, contribuisce a mantenere le ossa e la funzionalità muscolare in buone condizioni. La carenza di vitamina D infatti può avere effetti negativi sulla densità ossea, causando ossa molli nei bambini (rachitismo) e ossa fragili o deformi negli adulti.
Inoltre recenti studi dimostrano una grande importanza della vitamina D per il potenziamento del sistema immunitario e per la prevenzione delle malattie vascolari. In presenza di una sua carenza, aumenta il rischio di morte per scompenso cardiaco, infarto miocardico e morte cardiaca improvvisa. I meccanismi sono correlati all’associazione tra carenza di vitamina D e la presenza di importanti fattori di rischio cardiovascolare tra cui l’obesità, l’insulino-resistenza, il diabete e l’ipertensione arteriosa. Ad esempio sembrerebbe che le persone obese abbiano bassi livelli di vitamina D nel sangue perché essa è accumulata nel tessuto adiposo proporzionalmente all’accumulo di grasso corporeo. In poche parole: più grasso corporeo si ha e più c’è carenza di vitamina D. Tale ipotesi è confermata dal dato che il progressivo dimagrimento con perdita di tessuto adiposo, si associa ad un parallelo aumento dei livelli circolanti di vitamina D.
In quali alimenti troviamo questa vitamina?
Sono prevalentemente alimenti di origine animale. Oltre al fegato di merluzzo, buone quantità di vitamina D le troviamo nel tonno, nello sgombro, nel salmone, nelle aringhe, nelle sardine, nel fegato e nel tuorlo d’uovo. Tutto il cibo processato industrialmente invece, non contiene valori significativi di vitamina D. Poiché l’assorbimento della vitamina D è facilitato dalla presenza di grassi, accompagnare il pesce con un cucchiaio d’olio, ci permette “di fare il pieno” e di avvicinarci alla dose giornaliera consigliata (15 µg /die).
FONTI:
http://www.efsa.europa.eu/it/press/news/161028
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