A cura di Chiara Volpe
Nei giorni scorsi si è svolto a Roma il XVIII congresso nazionale SISA (Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione) in cui numerosi esperti della medicina e dell’alimentazione si sono confrontati su tematiche inerenti la nutrizione oncologica, settore molto delicato della nutrizione.
Come cambia la vita del paziente oncologico dopo la diagnosi?
La fase iniziale è molto importante per l’intero percorso del paziente perché rappresenta la fase di “accettazione” della malattia, in cui si matura la consapevolezza di un cambio del proprio stile di vita. Molto spesso questa fase è accompagnata dalla mancanza di appetito o dal rifiuto del cibo. Infatti uno dei sintomi più frequenti è l’anoressia. È proprio in questo momento che bisogna supportare il paziente che necessita di figure di riferimento che lo guidino quotidianamente e durante tutto il percorso.
Ma quanto è importante l’aspetto nutrizionale nella malattia?
Molto. Affrontare le terapie (chemioterapia, radioterapia,etc) in un buono stato nutrizionale, è indispensabile. I vantaggi di una corretta alimentazione in queste fasi permettono di migliorare l’efficacia delle terapie stesse; questo vuol dire che a parità di condizioni, il paziente ben nutrito, risponderà meglio rispetto a quello che si trova in uno stato di malnutrizione. Infatti se mangiare bene è importante nella vita di una persona in buono stato di salute, sarà fondamentale in una persona con una patologia oncologica. Una corretta nutrizione ha molteplici vantaggi poichè determina un significativo miglioramento della sopravvivenza e della qualità della vita del paziente neoplastico, inoltre permette di reagire meglio alla tossicità indotta dalla radio-chemioterapia. Per di più il giusto apporto di nutrienti garantisce che venga rinforzata e non attenuata la risposta immunitaria.
Come si valuta lo stato nutrizionale?
Non servono strumenti estremamente complessi, anche la semplice misurazione del peso rappresenta un parametro indicativo. Infatti nel paziente oncologico si verificano numerosi cambiamenti a livello fisiologico, che portano molto spesso ad un’ “accelerazione del metabolismo” e ad una richiesta maggiore di calorie. Quindi il primo segno di un’alimentazione non adeguata per il fabbisogno del paziente, si manifesta con un calo ponderale del peso, facilmente misurabile. Strumento più fine è invece la misurazione della massa muscolare e della massa grassa eseguita utilizzando la Bioimpedenziometria. Il mondo scientifico è unanimemente convinto che il mantenimento della massa muscolare è un aspetto fondamentale nella condizione oncologica. La perdita di massa grassa e di massa muscolare viene definita “cachessia”. I dati riportati in letteratura sono significativi: circa il 30% degli esiti negativi nei pazienti oncologici, non sono dovuti al tumore bensì alla cachessia. Quindi è importante che oltre a mangiare correttamente, il paziente continui a fare attività fisica quando si sente in forze (sono consigliate anche semplici passeggiate).
Come può essere gestita la mancanza di appetito?
È molto frequente che in alcune fasi del percorso ci sia forte nausea o semplicemente che non ci sia voglia di mangiare. Allora può essere utile preparare per loro dei piatti arrichiti di gusto, preparati con nuove tecniche di cottura al fine di conservare le vitamine e i sali minerali preziosi alleati per la rigenerazione cellulare. Per non peggiorare la nausea è preferibile evitare gli alimenti poco graditi, chiedendo ai pazienti quali siano i loro gusti, scegliendo le spezie gradite; inoltre conviene tenere a portata di mano alimenti preferiti con un’elevata densità calorica, esempio mandorle e noci, ricche di omega 3, così anche con piccole quantità di cibo si può avere una buona quantità di energia. In questi casi si consiglia anche di bere poco durante i pasti, per concentrarsi meglio sul cibo e non raggiungere precocemente lo stato di sazietà.
Ancora una volta la nutrizione rappresenta un punto chiave per il nostro benessere e può aiutarci in maniera significativa anche in patologie così importanti e diffuse. Amiamo ciò che mangiamo perché il cibo può essere tra le cure più “gradite”.