I carboidrati fanno male alla salute e sono responsabili dell’aumento di peso?
In questo articolo cercheremo di analizzare le credenze su questo argomento anche per sfatare certi falsi miti.
In passato, soprattutto nelle diete, i carboidrati venivano demonizzati come prodotti da evitare assolutamente se si voleva dimagrire. Ecco quindi l’impennata nelle vendite di prodotti “light” (e anche in questo caso bisognerebbe aprire un capitolo importante sulla veridicità della denominazione) che venivano venduti all’utente come toccasana per non ingrassare.
In generale i carboidrati apportano energia alle nostre cellule quindi non possiamo privarcene. Tuttavia meglio scegliere i carboidrati complessi di pasta, pane e dei prodotti integrali che tengono sotto controllo la glicemia (zuccheri nel sangue) a differenza degli zuccheri raffinati di biscotti, grissini e cracker che passano rapidamente nel sangue e vengono convertiti in grassi. I cibi integrali contengono fibre in grado di regolarizzare le funzioni intestinali e di limitare l’assorbimento di zuccheri e grassi di un pasto. Tutto ciò che è integrale ci fa uno sconto sulle calorie riducendo il rischio di contrarre malattie come cancro, diabete e malattie cardiovascolari. La vera forza dei cereali integrali, tuttavia, sta nei loro potenziali effetti protettivi contro le cardiopatie coronariche e alcuni tipi di tumore. Nell’ambito di uno studio condotto su oltre 34.000 donne tra i 55 e i 69 anni, in Iowa (Usa), i soggetti che hanno dichiarato di mangiare almeno una porzione di cereali integrali al giorno correvano un rischio sostanzialmente minore di morire a causa di cardiopatie coronariche di quelli che non ne mangiavano quasi per niente.
Ulteriori dati forniti dal “Nurses’ Health Study” hanno dimostrato che le donne che mangiavano circa 2,7 porzioni di alimenti integrali al giorno riducevano del 30% il rischio di soffrire di cardiopatie coronariche contro quelle che ne mangiavano solo 0,13 porzioni al giorno. Inoltre, il consumo costante di alimenti integrali sembra anche ridurre il rischio di infarto e di diabete di Tipo II.