La logica del training genitoriale applicata alla Nutrizione Umana prevede un ordine prestabilito di sessioni dedicate all’apprendimento di tecniche di comunicazione e comportamenti efficaci con lo scopo di incentivare un cambiamento dello stile alimentare e del rapporto con il cibo, sia nel genitore che del piccolo.
Comprensione e messa in atto dei metodi educativi: le 5 regole
- E’ fondamentale che un genitore sappia osservare il comportamento del bambino cercando di mettere da parte ansie e paure che spesso appartengono solo all’adulto. Così impara a conoscere la personalità e i gusti del proprio figlio.
- Apprendere la capacità di saper utilizzare lodi e attenzioni nel momento del pasto: Ad esempio, quando il bambino mangia il boccone il genitore lo loderà dicendo “bravo”. Al bambino va riconosciuta la sua autonomia, facendo sentire il meno possibile la presenza e le attenzioni dell’adulto per sviluppare in lui sicurezza e serenità. Non pronunciare frasi del tipo “non ti sporcare” e non correggerlo continuamente.
- Apprendere la capacità di saper utilizzare le ricompense: il genitore deve saper negoziare il cibo con attività o cose che piacciono al bambino. Se Mario, per esempio non vuole mangiare il riso ma a Mario piace girare in bicicletta, la madre dirà: “Mario se mangi 3 cucchiai di riso potrai girare un’ora in bicicletta appena avrai finito!”. Il bambino apprenderà che con i comportamenti adeguati può ottenere ciò che gli piace fare e interiorizzerà le regole per una crescita corretta.
- Promozione di comportamenti adeguati: quando il bambino manifesta comportamenti inadeguati, è necessario eliminare rinforzi e ricompense. Questo si ottiene ignorando il capriccio, in tutte le sue manifestazioni. Nei casi in cui queste manifestazioni sfociano in comportamenti esasperati procedere con il Time Out: allontanare il bambino dal luogo del capriccio invitandolo a sedersi in una stanza diversa e dicendogli di ritornare quando si sarà calmato. Così capirà che con comportamenti sbagliati non ottiene nulla.
- Assolutamente da evitare punizioni, sia fisiche che morali, un genitore per farsi ubbidire non deve essere né autoritario né permissivo ma autorevole, stabilendo preventivamente delle regole che dovranno essere rispettate e che solo così potranno essere interiorizzate.