Spesso e volentieri, leggendo l’elenco degli ingredienti sulle confezioni dei cibi, si fa fatica a capire la natura di alcuni elementi, in primo luogo gli additivi alimentari.
Proviamo allora a capirci qualcosa, anche e soprattutto perché sono in molti a chiedersi se fanno male o no.
Innanzitutto va detto che gli additivi alimentari sono sostanze aggiunte agli alimenti con una specifica funzione.
Vi sono per esempio: coloranti (sintetici o di origine animale), stabilizzanti (aggiunti per evitare che le sostanze in emulsione che compongono i cibi si separino: tra essi la farina di carruba), addensanti (di solito a base di carboidrati), conservanti (elementi che impediscono il processo di deterioramento rallentando lo sviluppo di microbi e l’irrancidimento: tra i più comuni l’acido sorbico, che in natura si trova nei frutti del sorbus e in alcune rosacee).
Si tratta insomma di elementi che non costituiscono ingredienti tipici del cibo ma che sono ad esso aggiunti con uno scopo preciso e secondo regole precise:
vi sono infatti tre direttive dell’Unione Europea in cui sono dettagliatamente indicati gli additivi utilizzabili (quelli non specificatamente elencati sono esclusi), la quantità massima degli stessi e gli alimenti in cui si possono utilizzare.
Tra l’altro tra gli additivi alimentari molti sono di origine completamente naturale, altri sono naturali ma modificati per ottimizzarne le proprietà e altri ancora sono di sintesi.
Nel primo gruppo vi sono alcune vitamine e nutrienti decisamente importanti per la salute: la vitamina C e i derivati, usati come antiossidanti; il licopene (presente nel pomodoro), le antocianine (abbondanti nei frutti di bosco), la curcumina e la vitamina B2 sono usati come coloranti; il glutammato e la glicina (amminoacidi presenti nelle proteine), vengono impiegati come esaltatori di sapidità; l’acido citrico (contenuto nei limoni) regola l’acidità.
Quanto alla sicurezza inoltre, è bene sapere che tutti gli additivi usati nell’industria alimentare vengono attentamente controllati quanto alla loro sicurezza.
A svolgere tale compito: sono l’Agenzia Europea per la Sicurezza alimentare (EFSA), che vigila anche sull’applicazione delle direttive europee in materia; il Joint expert Committee on Food Additives (JECFA) dell’Organizzazione per l’Alimentazione e per l’Agricoltura (FAO) e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Le ricerche compiute ad oggi non hanno rivelato, in generale, dati che dimostrino una relazione tra il consumo degli additivi e l’insorgere di malattie e/o problemi per la salute.
L’unica eccezione è quella dei nitriti e nitrati, usati come conservanti in carne ed insaccati: tali sostanze (presenti in natura per esempio in alcune verdure e nell’acqua) non fanno male di per sé ma a causa delle modificazioni determinate in seguito all’azione del metabolismo, potrebbero essere convertite in elementi nocivi all’organismo (se consumati in quantità eccessive).
In conclusione si può dire che la stragrande maggioranza degli additivi impiegati nell’industria alimentare non costituisce pericolo per la salute.
E’ comunque bene orientarsi, nella scelta del proprio piano dietetico, verso cibi dalle proprietà nutrienti e conformi alle esigenze di ciascuno, che un nutrizionista esperto, a seconda delle specifiche condizioni dell’organismo di ogni persona, è senz’altro in grado di consigliare.