Quali rischi si corrono se consumiamo troppo o troppo poco sale?
Migliaia di anni fa il sale veniva utilizzato per conservare le scorte di cibo deperibile ed era quindi considerato un bene prezioso: non a caso, in epoche successive, i Romani chiamarono “salario” il compenso riconosciuto ai lavoratori.
Il sale e le sue componenti sono fondamentali per il corretto sviluppo del nostro organismo, in quanto contribuiscono a regolare, per esempio, la trasmissione degli impulsi nervosi, l’equilibrio acido-base e e il corretto bilanciamento idrico. Dobbiamo quindi fare attenzione a mantenere costante il livello di sodio assumendo le giuste quantità di sale: in caso contrario, si può andare incontro a problemi quali disidratazione e crampi, specialmente nei periodi caldi in cui si suda di più.
Il fabbisogno di sale, secondo le linee guida del ministero della Salute, corrisponde a non più di 12 grammi di sale da cucina al giorno.
Una quantità che è facilissimo raggiungere e superare: il sale non è infatti utilizzato soltanto come condimento, ma è parte della nostra alimentazione anche come componente di numerosi cibi (tra essi vari formaggi, piatti pronti, dadi da brodo).
Il consumo eccessivo di sale per alcuni può non portare problemi ma per altri può avere conseguenze anche gravi, come ipertensione arteriosa, patologie cardiovascolari, osteoporosi, insufficienza renale, maggior rischio di ictus, obesità. Senza contare che il sale in eccesso nell’organismo favorisce la ritenzione idrica, con tutti i problemi anche estetici connessi a tale fenomeno.
Per controllare il consumo di sale nella dieta ed assumerne quindi la giusta quantità, basta seguire alcune semplici regole:
- limitare il consumo di cibi industriali, precotti o conservati sotto sale;
- non eccedere nel consumo di formaggi salati, insaccati, patatine e snack preconfezionati;
- utilizzare al posto del sale, per condire gli alimenti, spezie ed erbe aromatiche;
- salare i cibi dopo la cottura (la quantità di sale assorbita sarà in questo modo decisamente minore).
Un ultimo consiglio: al posto del sale marino raffinato (il comune sale da cucina) è meglio consumare quello iodato e/o integrale, facile da trovare e contenente, oltre al sodio, vari altri minerali utili al nostro organismo.