Il punto di fumo è un parametro molto importante in cucina che ci fornisce indicazioni fondamentali sui metodi di cottura da utilizzare, sui tempi e sulle temperature da impostare cuocere in modo salutare gli alimenti.
Possiamo tornare ad usare il burro ma dobbiamo conoscere il suo punto di fumo, ovvero la temperatura alla quale inizia a bruciare formando sostanze tossiche.
Il punto di fumo è semplicemente la massima temperatura che un grasso può raggiungere prima di iniziare a bruciare formando un acre e pungente fumo bianco.
Purtroppo utilizziamo questo parametro solo per la frittura e non sempre, ma i grassi bruciano anche quando rosoliamo in padella, sulla piastra e nella cottura al forno.
Dobbiamo quindi estendere questo concetto a tutta la cucina e alla pasticceria.
Ad esempio il burro non è adatto per alcuni dolci al cotti al forno a 200 gradi perché ha un punto di fumo di 130/150 gradi.
Un burro francese che ha meno acqua fuma a 170 gradi, quindi si presta meglio per alcune preparazione di pasticceria.
La cotoletta alla milanese invece la cuociamo nel burro chiarificato ovvero privato privo d’acqua, proteine e lattosio.
Possiamo utilizzare il burro chiarificato per i nostri dolci?
Certamente in questo caso è il più consigliato meglio di tanti altri olii che compromettono i livelli di colesterolo.
Evitare la formazione di queste sostanze tossiche può migliorare la qualità della nostra alimentazione e andare oltre l’aspetto calorico che possiamo tenere a bada agendo sulle quantità e sulla frequenza di consumo.