La friggitrice ad aria, tanta aria fritta per niente!
In tanti mi avete chiesto cosa penso della friggitrice ad aria e allora eccomi qui con un nuovo articolo sulla friggitrice ad aria.
In questo periodo tutti parlano di friggitrice ad aria food blogger, YouTuber, facebookiani mentre non sono ancora pervenuti i commenti dei cuochi professionisti: perché? Perché non la usano, la friggitrice ad aria è un metodo che impazza solo tra le mura domestiche. O meglio i cuochi per “friggere” con l’aria calda hanno a disposizione il forno a convezione.
Un cuoco inoltre non si sognerebbe mai di comprare una friggitrice ad aria per servire ai clienti una finta frittura!
Prima di parlare della friggitrice ad aria dobbiamo aver chiaro che per frittura si intende la cottura degli alimenti in lipidi, cioè grassi animali oppure oli vegetali, caldi. Fonte Wikipedia.
Con la friggitrice ad aria si cuoce senza olio, quindi non si frigge.
A determinare la cottura è un’intensa aria calda che disidrata l’alimento sia in superficie rendendolo croccante sia all’interno ahimè determinando una perdita in peso e nutrizionale.
Così come non si può chiamare latte, la bevanda ottenuta dalle mandorle o dall’avena direi che potremmo essere tutti concordi che non si può parlare di frittura nel caso della friggitrice ad aria che rimane tecnicamente un potente essiccatore.
La friggitrice ad aria è veramente più salutare?
Che sia più salutare della frittura in olio è ancora da dimostrare. Sicuramente è meno unta, a patto che non si esageri con l’olio comunque previsto nella frittura ad aria.
Inoltre nella frittura tradizionale grazie all’immersione totale in olio si riduce la dispersione delle vitamine idrosolubili anche grazie ad una minor perdita di acqua. Il che rende la frittura così speciale, croccante fuori e succosa dentro.
Inoltre la frittura cuoce velocemente rispondendo l’alimento ad una quantità ridotta di calore.
Nella friggitrice ad immersione la temperatura di cottura è influenzata dalla presenza di acqua. Fin quando il prodotto è idratato la temperatura non può superare i 100 gradi, man mano che la cottura procede e l’alimento si disidrata si possono raggiungere condizioni chimiche simili a quelle che avvengono ad alte temperature con il risultato che su alcuni prodotti, come le patate, la quantità di acrilammide, nota sostanza tossica, può essere superiore alla frittura tradizionale.
In conclusione possiamo affermare che sono due tecniche di cottura differenti e non è corretto confonderle perché si rischia solo di fare una bella frittata scientifica dove a rimetterci è sempre il consumatore!