Il consumo di latte sta decrescendo costantemente, scopriamo perchè.
Il latte vaccino è un alimento nutriente con una piccola quantità di proteine, grassi e zuccheri tra cui il lattosio.
Negli ultimi anni i consumi sono diminuiti con continuità e tale argomento risulta essere tra i più dibattuti in Italia.
A cosa è dovuta questa inversione di tendenza?
Tra le cause principali c’è sicuramente un aumento dei test atti ad individuare la presenza dell’intolleranza al lattosio. Bisogna però sottolineare che più volte la comunità scientifica ha smentito l’affidabilità di questi test, poichè risultano positivi almeno nell’80% dei casi. Non è da sottovalutare inoltre, il diffondersi di notizie imprecise e talvolta errate sul latte che hanno procurato allarmismo nei confronti dei consumatori (l’esempio eclatante è la falsa notizia della correlazione tra assunzione di latte ed autismo nei bambini).
In realtà nei dati emerge una forte contraddizione poichè se da una parte gli italiani sono ben lontani dai livelli di assunzione di latte e yogurt indicati dalle linee guida per una sana alimentazione (3 porzione da 125 ml di latte o da 125 ml di yogurt), dall’altra eccedono con i consumi di formaggi freschi e stagionati superando le 2-3 porzioni consigliate.
Ma come mai parte della popolazione lamenta problemi intestinali dopo il suo consumo?
Come già evidenziato, lo zucchero più presente nel latte è il lattosio, il quale è composto da 2 zuccheri. Per poter essere utilizzato, il lattosio richiede di essere scisso da un enzima chiamato lattasi. Quando questo non accade, viene prodotto gas dai batteri che lo metabolizzano, si verifica un richiamo di acqua che causa diarrea. Anche se la carenza di lattasi è una condizione molte frequente (circa nel 70% della popolazione adulta mondiale), nel Nord Europa e nel Nord America è preponderante il fenotipo con presenza di lattasi.
E’ importante sottolineare che l’associazione superficiale tra assunzione di lattosio e comparsa di sintomi come gonfiore, meteorismo e diarrea, porta spesso ad un’errata autodiagnosi che allontana l’attenzione dalle reali cause dei sintomi (sindrome dell’intestino irritabile, allergie alle proteine del latte, avversione psicologica degli alimenti contenenti il lattosio, etc).
Quindi il latte fa bene o fa male?
Questa domanda divide l’opinione scientifica da anni; tanti studi dimostrano tutto ed il contrario di tutto. La verità è che c’è ancora tanta strada da fare e che quindi ancora una volta, un semplice detto è la risposta giusta: “è la dose a fare il veleno“.
A cura di Chiara Volpe
“Il latte vaccino, ruolo nell’alimentazione umana ed effetti sulla salute”- NFY, Nutrition Foundation of Italy