L’emocromatosi è una malattia ereditaria legata ad un disturbo del metabolismo del ferro, in cui il difetto di un enzima presente a livello della mucosa duodenale, aumenta l’assorbimento di questo metallo. Di conseguenza, il ferro si deposita nei tessuti, provocando gravi alterazioni anatomiche e danni funzionali a diversi organi. Spesso e volentieri la cute, il tessuto epatico e il tessuto pancreatico sono evidenziati come organi bersaglio di questa malattia. L’accumulo di ferro in questi tessuti può essere responsabile della colorazione grigio-bronzina della cute e può causare una serie di patologie come la cirrosi epatica e il diabete mellito. Per queste caratteristiche è stata anche chiamata diabete bronzino o cirrosi pigmentaria.
Esiste una terapia per l’Emacromatosi?
La terapia è molto semplice e consiste nella rimozione di sangue (salasso) in quantità compresa tra 350 e 450 mL a seconda del peso corporeo.
Qual è il ruolo della dieta nei pazienti che presentano un sovraccarico da ferro?
Per i soggetti affetti da emacromatosi è importante seguire una dieta equilibrata rispettando i giusti rapporti tra carboidrati, lipidi e proteine. È preferibile assumere cibi contenenti sostanze che ritardano l’assorbimento del ferro come il calcio contenuto nei cavoli, broccoli, cime di rapa, fichi e mandorle e la vitamina K presente nel basilico, salvia, cavolo e radicchio.
È necessario seguire una dieta povera di ferro, eliminando drasticamente alimenti ricchi di ferro come il fegato, la carne rossa, il cioccolato fondente, i crostacei e i legumi (in particolare, le lenticchie).
Vino e bevande alcoliche contribuiscono ad aumentare il deposito di ferro all’interno del corpo umano, aggravando lo stato del paziente e accelerando la comparsa del danno epatico.
Inoltre, è necessario limitare anche i cibi contenenti i fattori che migliorano l’assorbimento di ferro come vitamina C e acido citrico presenti negli agrumi, principalmente nel succo di limone.
A cura di Manuela Codispoti