L’osteoporosi è una malattia cronica che colpisce soprattutto le donne dei paesi industrializzati ed è provocata da una graduale e progressiva riduzione di calcio presente nel tessuto osseo.
L’osteoporosi è caratterizzata dalla perdita di tessuto osseo. Aumenta la fragilità e il rischio di fratture ossee. Questa malattia causa la riduzione della densità ossea, con alterazione della microarchitettura e della struttura della componente proteica. L’osteoporosi colpisce soprattutto i soggetti in età avanzata e le donne in menopausa.
Le cause possono essere: fattori nutrizionali, metabolici o patologici e anche alterazioni del patrimonio genetico.
Osteoporosi. Quali sono i cibi che possono aiutarci?
A qualsiasi età, è possibile assumere dei cibi che aiutano a migliorare le alterazioni della densità ossea. I minerali che partecipano alla formazione dell’osso sono calcio, fosforo e Vitamina D. Una corretta ed equilibrata alimentazione permette di assumere dagli alimenti i minerali necessari alla formazione dell’osso, ma occorre fare particolare attenzione ai fabbisogni di calcio e Vitamina D. Infatti, mentre l’assunzione di fosforo è facilitata dal fatto che il minerale è presente in moltissimi alimenti, il calcio è presente in forma poco biodisponibile così come la Vitamina D, il cui fabbisogno giornaliero è difficilmente raggiungibile con la dieta e quindi occorre anche una corretta esposizione solare.
Tuttavia, esistono diversi composti presenti naturalmente nei cibi che riducono la biodisponibilità (assorbimento) di calcio:
-la presenza di fitati, ossalati e acidi uronici (fattori anti-nutrizionali) che troviamo nella crusca, negli spinaci, nei pomodori riduce l’assorbimento di calcio, in quanto forma dei complessi poco assorbibili a livello intestinale;
-le diete iperproteiche possono aumentare l’escrezione urinaria di calcio, mentre le diete iperlipidiche possono indurre la formazione di saponi insolubili tra calcio e lipidi che precipitano nel lume intestinale e riducono l’assorbimento di questo minerale,
-un consumo di sodio superiore ai livelli raccomandati è in grado di causare una mobilizzazione di calcio dal tessuto osseo e aumentare la sua eliminazione con le urine.
Dunque, l’intervento nutrizionale abbinato all’attività fisica, deve essere considerato come un elemento di prevenzione e di supporto alla cura farmacologica. L’attività fisica, infatti, stimola il deposito di calcio, rafforzando la struttura dell’osso.
E’ necessario quindi assumere, attraverso gli alimenti e l’acqua, la giusta quantità di calcio e contemporaneamente cercare di ridurre le perdite con le urine limitando l’uso di caffè, sale, proteine animali e solfati (contenuti in eccesso in alcune acque minerali).
Durante il periodo della menopausa, è quindi fondamentale apportare con la dieta una quantità di calcio sufficiente:
-1000-1200 mg/die se la donna effettua una terapia ormonale sostitutiva
-1500 mg/die se non viene effettuata la terapia ormonale sostitutiva
Quali sono i cibi ricchi di calcio?
Normalmente siamo portati a pensare che la fonte principale di Calcio sia rappresentata dal latte e dai suoi derivati! In realtà, buone quantità sono presenti anche nella frutta secca (mandorle, nocciole, noci e pistacchi), soia, legumi, carciofi. Anche la rucola, il prezzemolo, il radicchio verde, la bieta e la cicoria sono alimenti che contengono notevoli quantità di calcio.
Il pesce è da privilegiare rispetta alla carne, povera di calcio, grazie all’azione di prevenzione nei confronti delle malattie cardio-vascolari.
Bisogna anche tener presente che maggiore è la massa corporea ottenuta nella vita adulta, minore sarà il rischio di sviluppare osteoporosi dopo la menopausa o in età senile.
A cura di Manuela Codispoti