a cura di Antonio Galatà e Chiara Volpe
Tra i prodotti che negli ultimi anni sono riusciti a conquistare una nicchia di mercato ci sono i dolcificanti, ad esempio la saccarina, l’aspartame, il sorbitolo ecc.
Ma cosa sono i dolcificanti? Sono semplicemente sostanze utilizzate per rendere i cibi più dolci?
Il nome suggerisce chiaramente il perché del loro utilizzo. Sono chiamati anche edulcoranti, ed hanno solitamente un elevato potere dolcificante. Spesso utilizzati al posto dello zucchero da cucina, il saccarosio. Il comune zucchero da tavola ha trovato soprattutto negli ultimi anni temibili concorrenti.
I dolcificanti sono tutti i uguali?
No. Esiste principalmente una distinzione basata sulla natura degli stessi che classifica i dolcificanti in artificiali e naturali. Quelli naturali sono prodotti che non derivano da processi chimici, ad esempio la stevia estratta da un pianta, l’eritritolo ricavato da frutti e cibi fermentati, lo xilitolo e l’amasake. Contrariamente, i dolcificanti artificiali sono sostanze sintetizzate in laboratorio: ad esempio la saccarina, l’acesulfame K e l’aspartame anch’essi in grado di dolcificare fino a centinaia di volte di più dello zucchero. Questa caratteristica permette di avere prodotti dolci utilizzandone piccole quantità. Ad esempio l’eritritolo è privo di calorie e può essere usato per realizzare dolci con pochissime calorie.
I dolcificanti fanno male?
Da sempre intorno a questi prodotti si sono create discussioni circa la sicurezza del loro utilizzo e sugli effetti collaterali che possono derivarne. Sicuramente da evitare il fruttosio, alcuni studi hanno dimostrato che un elevato apporto di fruttosio può generare disturbi metabolici. Via libera invece all’aspartame, dopo che nel 2011 l’EFSA, l’autorità europea che si occupa della sicurezza alimentare, si è espressa sulla presunta tossicità dell’aspartame dichiarando che non c’è alcun pericolo in merito poiché per assumere una dose rischiosa si dovrebbero bere ad esempio 5/6 L al giorno di bevande dietetiche contenenti aspartame.
Nonostante le rassicurazione dell’EFSA, nel 2014 uno studio pubblicato sulla nota rivista Nature ha messo in evidenza in esperimenti condotti sia su animali sia sull’uomo che i dolcificanti alterano il microbiota intestinale, ovvero l’insieme dei batteri che vivono nel nostro intestino. Il commento di uno degli autori dello studio è stato che “ i dolcificanti artificiali possono aver contribuito in modo diretto all’epidemia che avrebbero dovuto combattere”.
In un altro studio molto recente, pubblicato lo scorso 9 maggio, si trova conferma che il consumo in gravidanza di bevande dolcificate artificialmente è correlato con un BMI maggiore dei nascituri all’età di un anno e al doppio della frequenza del sovrappeso infantile, rispetto al consumo di bevande zuccherate.
L’idea di trovare pareri concordanti sull’utilizzo di dolcificanti sembra ancora lontana, tuttavia viene naturale fare alcune considerazioni. Prima di tutto non dobbiamo farci spaventare dalla parola “artificiale”, “industriale” o “chimica”, perché molte volte è stata proprio la tecnologia a rendere migliori e più sicuri alcuni prodotti. D’altro canto non sempre i prodotti naturali sono i migliori; ricordiamo ad esempio che un prodotto naturale come il fruttosio è stato provato facilitare la conversione degli zuccheri in grassi! Per cui ancora una volta affidiamoci al buonsenso, consapevoli che la soluzione migliore sarebbe quella di disabituarci al gusto troppo dolce che ricerchiamo così tanto, ma che tuttavia il consumo sporadico di bevande con dolcificanti non è un pericolo per la nostra salute!
FONTI
EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) — L’EFSA condurrà una valutazione del rischio completa sull’aspartame, 26 maggio 2011
“Canadian Healthy Infant Longitudinal Development Study Investigators. Association Between Artificially Sweetened Beverage. Consumption During Pregnancy and Infant Body Mass Index”, JAMA Pediatr. 9 May 2016. Azad MB, Sharma AK, de Souza RJ, Dolinsky VW, Becker AB, Mandhane PJ, Turvey SE, Subbarao P, Lefebvre DL, Sears MR.
“Artificial sweeteners induce glucose intolerance by altering the gut microbiota”, Nature. 14 September 2016. Jotham Suez, Tal Korem, David Zeevi, Gili Zilberman-Schapira, Christoph A. Thaiss, Ori Maza, David Israeli, Niv Zmora, Shlomit Gilad, Adina Weinberger, Yael Kuperman, Alon Harmelin, Ilana Kolodkin-Gal, Hagit Shapiro, Zamir Halpern, Eran Segal & Eran Elinav.