A cura di Mario Caratozzolo
Il binomio sport e benessere è sempre valido quando l’attività fisica viene praticata senza eccessi nell’ambito di uno stile di vita moderato e senza superare quelli che sono i propri limiti fisici.
Spesso gli amatori si cimentano in prove agonistiche fuori dalla propria portata senza considerare i potenziali effetti negativi sulla salute. La maratona, che si svolge sulla distanza di 42,195 km, è una competizione dove le capacità fisiche individuali vengono messe a dura prova soprattutto se si commette il grave errore di correrla senza adeguata preparazione. Ma è proprio la difficoltà che contraddistingue questa gara a renderla così affascinante e ad attirare migliaia di podisti pronti a sfidare se stessi.
Io ho portato a termine la mia prima maratona in occasione della prestigiona Acea Maratona di Roma del 10 aprile 2016 ed ho potuto constatare in prima persona come nel corso della gara si nascondano numerose insidie sia fisiche che psicologiche. Il periodo di preparazione a questo evento è stato duro e faticoso e per non tralasciare alcun aspetto ho dovuto modificare il mio stile di vita adattandolo alle nuove esigenze. Allenamenti mattutini, alimentazione adeguata, preparazione mentale, tutto finalizzato a migliorare le mie capacità e aumentare le possibilità di riuscita. L’aspetto psicologico in queste gare di lunga durata è di fondamentale importanza poiché la mente influenza il corpo ed i momenti di difficoltà e di sconforto si tramutano in paura di non riuscire a raggiungere il traguardo, di conseguenza la sensazione di fatica e lo stress crescono e spesso causano il ritiro dalla competizione.
Proprio in occasione dell’Acea Maratona di Roma si è inserito Marathon Evolution, interessante progetto sviluppato da un’idea del Prof. Fabio Lucidi, professore ordinario presso l’Università degli Studi la Sapienza di Roma dove è direttore responsabile del servizio di psicologia dello sport, in collaborazione con Enrico Castrucci presidente della Maratona di Roma.
Il progetto è stato presentato dal Prof. Lucidi anche all’interno del Marathon Village allestito nel Palazzo dei Congressi all’Eur nei giorni precedenti alla gara, dove insieme al maratoneta Emilio Beltrone e ad alcuni tra i volontari che hanno aderito, ci è stato illustrato nei dettagli. L’idea formulata dal Prof. Lucidi è molto originale e rappresenta una sfida diversa dalle altre, cioè:
E’possibile concludere una faticosa maratona al riparo dallo stress e senza mettere a repentaglio la propria condizione psico-fisica?
A tale proposito sono stati selezionati 35 volontari senza alcuna preparazione specifica e per due mesi sono stati seguiti, allenati, monitorati da un intero staff composto da un tecnico, un preparatore atletico, uno psicologo che ne hanno valutato i progressi e le reazioni mentre un nutrizionista forniva le corrette indicazioni alimentari per prepararli ad affrontare i 42,195 km della Acea Maratona di Roma. Questo periodo è servito a costruire un percorso sia individuale che di gruppo orientato alla salute e al benessere, infatti sono stati svolti allenamenti collettivi e individuali, incontri con lo psicologo che ne curava l’aspetto motivazionale e nelle fasi di avvicinamento alla gara sono stati svolti test mirati (Vo2, Bia) a valutare importanti parametri relativi alla composizione corporea e alle capacità fisiche, la valutazione dei livelli di stress è stata effettuata mediante controlli ematici (cortisolo) degli atleti. Le stesse analisi sono state ripetute nei giorni successivi alla gara per dimostrare che l’impresa della Maratona è stata compiuta senza particolare rilevanza dal punto di vista dello stress psico-fisico.
Durante la gara alcuni atleti di grosso calibro (Deborah Toniolo, Angelo Carosi, Giovanni Ruggiero, Gabriella Paruzzi, Maria Guida, Elisabetta Perrone…) hanno dato la loro disponibilità ad accompagnare ed a sostenere i cosiddetti “maratoneti evoluti” in questa difficile impresa. La rivoluzione “culturale” introdotta dall’organizzazione della Maratona di Roma, cioè estendere il tempo massimo di percorrenza a 7 h 30 min, ha permesso a tutti i partecipanti di avere maggiori possibilità di realizzare il sogno di partecipare ad una maratona senza preoccuparsi di un tempo limite troppo basso e fuori dalla loro portata. I nostri atleti sono stati allenati per concludere la maratona entro le 6 ore e durante la gara sono state alternate parti di corsa a parti di cammino, sia per una migliore gestione delle risorse che per dare maggiore consapevolezza di ciò che si stava compiendo.
Nelle fasi di cammino numerosi personaggi tra archeologi, storici, medici, fisiologi e nutrizionisti hanno incontrato gli atleti e arricchito la corsa di contenuti culturali, in questo modo un evento sportivo è stato trasformato in un viaggio artistico e le distrazioni hanno inoltre allontanato i pensieri negativi ritardando l’ insorgenza dello stress e della stanchezza.
Ecco svelata quindi la strategia per correre più a lungo e con minore fatica. Noi siamo sempre pronti a sostenervi dal punto di vista nutrizionale, quindi non vi resta che provare una nuova emozionante sfida: portare a termine una maratona!