Di Chiara Volpe
Negli ultimi anni sempre più persone hanno scelto di seguire un’alimentazione vegetariana e di escludere carne e derivati dalla loro tavola. Alla base di questa scelta etiche basate sul rifiuto di qualsiasi forma di sfruttamento degli animali. In molti casi invece le ragioni sono diverse e dettate dalla convinzione che un’alimentazione vegetariana o vegana sia una garanzia di benessere.
Ma è davvero così? Quanti di voi hanno sentito dire che essere vegetariani allunga la vita?
Scommetto quasi tutti, almeno una volta. Ci sono stati periodi in cui non si parlava di altro, ad esempio nei mesi scorsi quando la classificazione della carne rossa come cancerogeno di tipo 2 aveva portato un certo allarmismo. Ma la diatriba tra chi sostiene due ipotesi opposte riguardo gli effettivi benefici di una dieta onnivora o vegetariana, va avanti da anni.
Pochi mesi fa sono stati pubblicati i risultati di uno studio di cui si è parlato molto. Poiché i vegetariani presentano tassi inferiori di alcune malattie cardiovascolari, è stato valutato se questo dato possa essere tradotto in una minore mortalità. Questo lavoro condotto in Inghilterra ha avuto quindi l’obiettivo di comparare la mortalità tra vegetariani e non vegetariani. I dati non hanno lasciato dubbi nell’interpretazione: non ci sono state differenze statisticamente significative tra i due gruppi.
Sono stati analizzati i risultati di due studi prospettici diversi in cui si riconoscevano vari gruppi con specifiche abitudini alimentari: vegetariani (tra cui il 10% vegani), mangiatori di pesce ma non di carne, frequenti mangiatori di carne (in media 5 volte a settimana) e mangiatori di carne sporadici, per un totale di 60.310 persone residenti nel Regno Unito.
Anche se la valutazione complessiva ha riportato valori simili di mortalità generale, sono state trovate differenze soltanto per poche specifiche cause di morte tra i gruppi. Ad esempio la mortalità legata al cancro risultava essere significativamente minore nei mangiatori di pesce rispetto ai mangiatori assidui di carne, ma non nei vegetariani. Per il tumore del tessuto emopoietico invece i vegetariani presentavano una minore mortalità rispetto agli altri gruppi, mentre per il tumore al pancreas la mortalità era inferiore sia nei vegetariani che nei mangiatori sporadici di carne. Inoltre i mangiatori di carne sporadici avevano la più bassa mortalità per le malattie respiratorie e per la sommatoria di tutte le altre cause.
Gli onnivori hanno un rischio di mortalità maggiore rispetto ai vegetariani?
Assolutamente no: come si evince dallo studio, consumare carne moderatamente non rappresenta un rischio. I risultati devono far riflettere. Le persone che si avvicinano alla dieta vegetariana solo per una questione di maggior benessere, devono considerare il fatto che stanno privando inutilmente l’organismo di importanti nutrienti!
Ricordiamo che una sana alimentazione deve essere quanto più varia possibile. Qualsiasi forma di estremismo non garantisce una vita più lunga.
FONTI:
- Appleby PN, et al. — Mortality in vegetarians and comparable non vegetarians in the United Kingdom — Am J Clin Nutr. 2016 Jan;103(1):218-30. doi: 10.3945/ajcn.115.119461.
- “Essere vegetariani o vegani non allunga la vita!”, La Scuola di Ancel.