di Chiara Volpe
Recenti studi pubblicati sulla rivista “Science” hanno prodotto molto clamore poiché dimostrano che non sempre elevati livelli di HDL nel sangue sono associati ad un basso rischio di malattie cardiovascolari.
Quanti di voi hanno sentito appellarsi alle LDL con il nome di “colesterolo cattivo” e alle HDL con quello di “colesterolo buono”?
Proviamo a fare un po’ di chiarezza. Prima di tutto ricordiamo che le HDL (ad alta densità) e le LDL (a bassa densità) sono lipoproteine, molecole responsabili del trasporto del colesterolo nel sangue. Infatti il colesterolo presenta una struttura con caratteristiche idrofobiche, quindi non è solubile in acqua. Pertanto sia il colesterolo endogeno, sia quello ingerito attraverso la dieta, necessita di vettori per raggiungere i vari tessuti. Le lipoproteine LDL hanno la funzione di trasportare il colesterolo dal fegato ai tessuti favorendo il suo accumulo a livello arterioso. Questo processo si trova alla base della formazione della placca aterosclerotica la quale a sua volta può essere correlata ad eventi di ictus, trombi e infarti al miocardio. Per tale motivo le LDL sono da sempre considerate come il “colesterolo cattivo”. Viceversa le lipoproteine HDL raccolgono il colesterolo dai tessuti al fegato, favorendo la sua escrezione. Fungendo da “spazzini”, le HDL sono conosciute anche come “colesterolo buono”. Quindi elevati valori plasmatici di LDL sono spesso associati ad un alto rischio di malattie cardiovascolari mentre elevati valori plasmatici di HDL sono associati ad una buona salute e ad un basso rischio cardiaco.
LDL, o”colesterolo cattivo”. Ma è sempre così?
No. Come accennato, nuovi studi sembrano rivoluzionare questa credenza. L’interesse per l’argomento è accresciuto quando un team di scienziati ha notato che una donna di 67 anni con elevati valori di HDL nel sangue, presentava importanti accumuli lipidici nelle arterie e quindi un elevato rischio di aterosclerosi. Nello studio è stato dimostrato che elevati livelli di HDL sono spesso associati alla presenza di una mutazione sul gene SCARB1, che codifica per il recettore SR-B1 responsabile della captazione del colesterolo delle HDL a livello tissutale. Quindi normalmente questo recettore permette che il colesterolo raccolto dalle HDL possa entrare nella cellula ed essere metabolizzato. Quando la mutazione è in omozigosi e presente in duplice copia, l’accumulo in circolo di HDL è maggiore rispetto a quando la mutazione avviene in eterozigosi e quindi in singola copia. Nei pazienti esaminati e che presentavano elevati valori di HDL, il rischio di malattie cardiovascolari era superiore di circa l’80% rispetto ai gruppi di controllo, quindi con rischi uguali a quelli dei pazienti diabetici ed ipertesi.
Perché l’accumulo di HDL può essere pericoloso?
La funzione delle HDL è fondamentale per il deposito di colesterolo nel fegato. Quando il recettore SR-B1 è mutato le HDL non vengono riconosciute, non riescono a portare avanti il ciclo metabolico del colesterolo e si accumulano a livello arterioso. In tal modo diventano incapaci di allontanare le particelle grasse dalla circolazione e di rimuovere il colesterolo delle cellule immunitarie nella placca arteriosa.
Quindi deve preoccuparsi anche chi ha buoni valori di HDL?
No. È importante non creare allarmismi e sottolineare che i valori di HDL nel sangue non devono essere inferiori a 40 mg/dl negli uomini e a 50 mg/dl nelle donne. Valori di HDL superiori sono comunque correlati ad un buono stato di salute. Ovviamente valori estremamente elevati di HDL (precisiamo che la donna di 67 anni sopracitata presentava valori di HDL pari a 152 mg/dl) possono rappresentare, invece, un campanello di allarme e richiedere esami più approfonditi.
Ricordiamoci che come ha affermato Jay Heinecke, biochimico dell’Università di Washington, “Nothing with HDL’s ever simple”: niente con le HDL è mai facile.
Colesterolo “buono” e “cattivo”: Fonti
Zanoni P., et al. — Rare variant in scavenger receptor BI raises HDL cholesterol and increases risk of coronary heart disease — Science. 2016 Mar 11;351(6278):1166-71.
Couzin-Frankel J. — Why high ‘good cholesterol’ can be bad news — Science. 2016 Mar 11;351(6278):1126.