Nel 2015 è stata da molti considerata come la dieta dell’anno. Più di un milione di persone – si stima – l’hanno provata, perché garantisce perdita di peso duratura e l’apprendimento di uno di stile di vita sano. Consiglia di assumere tutti i nutrienti necessari al nostro organismo, fare attività fisica, concentrarsi sulla respirazione per imparare a controllare lo stress e il gonfiore, staccare dalle cattive abitudini della vita moderna, dormire molto, e bene.
Perché allora si trova nella black list delle diete? Semplicemente perchè è una dieta moda, non è personalizzata e non risponde alla esigenze specifiche della persona. Inoltre meglio sempre fare un check con un nutrizionista per perdere peso.
Da dove nasce la dieta LeBootcamp?
Dalla sua creatrice, Valerie Orsoni. Dopo aver sconfitto un cancro e aver tentato circa 40 diverse diete senza risultati duraturi, Valerie, aiutata da un team di esperti di nutrizione e sport, ha elaborato questa dieta, che consta di quattro diverse fasi.
Le fasi della dieta LeBootcamp
Le fasi di cui si compone la dieta LeBootcamp hanno funzioni diverse: depurare, perdere peso, ma soprattutto mantenerlo dopo averlo perso.
• Prima fase: detox. Dura due settimane, ed è finalizzata a ripulire l’organismo da tutte le tossine che lo hanno appesantito nel tempo. Si eliminano alcol, grassi animali, cibi conservati, lieviti, carne, zucchero, per fare strada a tofu, grano saraceno e verdure depuranti. La fase prevede anche l’assunzione di una bevanda disintossicante proprio a base di grano saraceno: la Sobacha, a base di semi di grano saraceno tostati. Al termine della fase si dovrebbero riscontrare diversi benefici: pelle luminosa, pancia sgonfia, sensazione di leggerezza.
• Seconda fase: attacco. Dura fino a che non si riesce a smaltire il 75% del peso complessivo da perdere. Nessun cibo proibito, ma scelte oculate. Meglio evitare sia lo zucchero semplice sia i carboidrati complessi (pane, pasta, riso) raffinati. Prediligere invece tutti i carboidrati complessi integrali e i cereali integri in chicco (preferendo grano saraceno e quinoa). Importante tenere sempre a portata di mano la tabella dell’indice glicemico dei cibi: più basso è l’indice, più l’alimento sarà considerato adeguato.
Fondamentale camminare almeno 30 minuti al giorno, meglio se al mattino presto.
• Terza fase: booster. Alimenti a basso indice glicemico e detox sono alla base di questa fase, che non può prescindere neppure dall’attività fisica. Se è vero che si possono tonificare muscoli e addominali in qualsiasi momento del giorno, non vi sorprenderà sapere che ci sono una serie di esercizi da fare: saltelli, piegamenti o contrazione dei glutei appena svegli o mentre si cucina dovranno entrare a pieno titolo nel regime dietetico della fase booster.
• Quarta fase: equilibrio. Serve, come è prevedibile, a mantenere il peso forma raggiunto con la fase booster. Cibi integrali, vegetali disintossicanti, infusi strategici, camminate ed esercizi, e un giorno a settimana dedicato al detox sono parte di un nuovo stile di vita che potrà durare per sempre, senza costrizioni o rinunce.
Svantaggi della dieta LeBootcamp
Abbiamo già raccontato i “punti oscuri”. Tuttavia questa dieta si basa su un insieme di regole che vanno oltre l’alimentazione e danno forma a un nuovo stile di vita da adottare e mantenere nel tempo. Uno dei consigli? Bere acqua e limone tutte le mattine, un consiglio molto di moda in questi anni, che la dott.ssa Chiara Volpe aveva trattato su queste pagine proprio qualche giorno fa, spiegandone i rischi.
Previsto anche il “digiuno” almeno un giorno a settimana da attività e notizie sui social: un consiglio che chiunque lavori nel mondo della comunicazione non potrà ovviamente che ignorare!
A fine pasto, inoltre, è consigliata l’assunzione di una tazza di tè o l’uso di un chewing-gum alla menta per controllare l’appetito e la voglia di dolce. Eppure abbiamo visto più volte come anche i dolci possano essere presenti a tavola se cucinati in maniera corretta: perché allora privarsene?