Sale rosa dell’Himalaya di Chiara Volpe
Quante volte avete sentito parlare del sale rosa dell’ Himalaya?
Il sale rosa dell’ Himalaya, conosciuto anche come “oro bianco”, è un particolare tipo di sale che a dispetto del nome, è estratto dalla miniera di sale di Khewra, su modeste alture che distano circa 300 km dall’Himalaya, nella provincia del Punjab in Pakistan.
Da qualche anno il sale rosa dell’ Himalaya, si è imposto sulle nostre tavole, poiché siamo stati letteralmente “bombardati” da chi ci ha convinto delle sue molteplici proprietà benefiche. Si dice che sia una risorsa preziosa perché non incontra processi di raffinatura e perché è ricco di Sali minerali ( ne contano almeno 80); inoltre, secondo alcuni, limita il rischio di ritenzione idrica e di ipertensione poiché il suo contenuto di cloruro di sodio è decisamente ridotto. Il caratteristico colore rosa è molto elogiato in quanto è dato dalla presenza del Ferro: maggiore è la sua concentrazione e più scuro sarà il suo colore, fino ad avvicinarsi al rosso.
Ma quante di queste qualità sono state dimostrate?
Facciamo un po’ di chiarezza.
Prima di tutto bisogna concentrarsi sulla composizione del sale rosa, in quanto la maggior percentuale è data dal cloruro di sodio (in misura variabile dal 70 al 98%), quasi la totalità dei Sali rimanenti è costituito da Sali di calcio e magnesio, infine troviamo, in piccolissime quantità, quasi tutti gli elementi noti della tabella periodica, di scarso valore nutrizionale. Articoli recenti infatti mostrano come il sale di Khewra possa contenere delle concentrazioni non trascurabili di metalli come Rame, Zinco, Cadmio, Nickel, Manganese, Piombo, Cobalto, Tellurio, Bario, Alluminio e altri. Tuttavia, non esistono analisi pubblicate su riviste scientifiche che ne contino addirittura 80. Tra questi minerali, ce ne sono alcuni molto utili al nostro organismo come il Cobalto, il Rame o lo Zinco, mentre altri invece possono accumularsi e avere un effetto tossico, primo tra tutti il Cadmio. Questo minerale infatti, classificato come cancerogeno di classe 1, per concentrazioni elevate (maggiori di 500 microgrammi), può avere effetti teratogeni, provocare danni renali e all’ apparato riproduttivo. Ma concentriamoci ora sul discorso del Ferro.
È vero che mangiare il sale rosa contribuisce a raggiungere la quantità di Ferro consigliata giornalmente?
Chiariamo prima che la concentrazione di Ferro in un chilogrammo di sale rosa è compresa tra 0.24 mg/kg e 50 mg/kg. Bisogna inoltre ricordare che l’ assunzione giornaliera raccomandata di Ferro, è di 10 mg al giorno per gli uomini e di 18 mg per le donne; in alcuni casi, come in gravidanza, il fabbisogno giornaliero aumenta a 27 mg. Supponendo inoltre di rispettare i 5 grammi massimi di sale consigliati giornalmente, assumeremmo da quella quantità di sale, da 0.001 mg a 0.25 mg di Ferro, quindi una quantità irrisoria rispetto a quella totale da introdurre.
Sale rosa? No grazie, meglio il sale Iodato.
Infatti altro aspetto molto importante è la mancanza di Iodio nel sale rosa. Tra tutti i minerali che vanta nella sua composizione, lo Iodio non è compreso. Lo Iodio è un minerale che deve essere introdotto prevalentemente attraverso la dieta; viene assorbito nel tratto gastrointestinale ed è utilizzato in grande percentuale (circa il 30 %) dalla tiroide, per formare gli ormoni tiroidei. L’assunzione giornaliera di iodio consigliata è di 150 microgrammi per gli adulti e 175 microgrammi per le donne incinte. La carenza di Iodio , strettamente correlata con l’ ipotiroidismo, causa vari disturbi. Infatti la ghiandola tiroidea ha un ruolo importante nel regolare la produzione di energia dell’organismo; favorisce la crescita e lo sviluppo, stimolando il metabolismo basale e aiutando l’organismo a bruciare il grasso in eccesso. L’acutezza mentale, la parola, la condizione di capelli, unghie, pelle e denti dipendono dal buon funzionamento della tiroide. Per assicurare di arrivare a ricoprire il fabbisogno giornaliero, si consiglia quindi il sale iodato: sale da cucina addizionato con Sali di Iodio; in questo modo un grammo di sale consente di assumere 30 microgrammi di Iodio. Non a caso infatti, in India è addirittura vietata la vendita del sale rosa o di qualsiasi altro sale non iodato.
Quindi non si può utilizzare il sale dell’ Himalaya?
Certo che si può! Se decidiamo di comprarlo almeno lo facciamo consapevoli che “ non limiterà il rischio di ritenzione idrica e di ipertensione, ne’ che accrescerà la forza delle ossa, o che migliorerà la salute dei nostri reni ”. Se decidiamo di comprarlo, infatti, probabilmente lo faremo solo per dare un tocco di colore in più alla nostra tavola!
FONTI:
1) Sharif, Qazi Muhammad, Mumtaz Hussain, and Muhammad Tahir Hussain. “Chemical Evaluation of Major Salt Deposits of Pakistan.” JOURNAL-CHEMICAL SOCIETY OF PAKISTAN 29.6 (2007): 569.
2) ur Rahman, Attìgue, Amjad Islam, and Muhammad Akhyar Farrukh. “Preparation of Analytical Grade Sodium Chloride from Khewra Rock Salt.“World Applied Sciences Journal 9.11 (2010): 1223-1227.
3) Nafees, Mohammad, et al. “ANALYSIS OF ROCK AND SEA SALTS FOR VARIOUS ESSENTIAL S AND INORGANIC ELEMENTS.” Journal of science and Technology 37.1 (2013): 09-20.
4) Iodio. Argomenti di salute. A cura del Centro nazionale di Epidemiologia Sorveglianza, Promozione della Salute- Istituto Superiore di Sanità. www.epicentro.iss.it
6) Dario Bressanini, “Sale rosa dell’ Himalaya? No, grazie”, 9/12/2015, http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/12/09/sale-rosa-dellhimalaya-no-grazie/comment-page-1/